Come molti sapranno, grazie alla legge 242 del 2016, è oggi possibile acquistare legalmente la canapa light. Siccome però molte persone hanno ancora dei dubbi in materia è bene analizzare la legge nel dettaglio. Scopriamo insieme quali sono le regole per la coltivazione, la vendita e l’utilizzo della canapa light.
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Quali sono gli obblighi per chi coltiva canapa light?
Una prima indicazione dataci dalla legge 242 del 2016 riguarda le regole che devono seguire i coltivatori di canapa light, per agevolare il controllo della regolarità delle loro piante da parte delle autorità essi devono infatti osservare le seguenti prescrizioni:
- conservare per almeno un anno i cartellini relativi ai semi acquistati;
- conservare le fatture di acquisto dei semi per il periodo previsto dalla normativa vigente;
- consentire i controlli da parte delle autorità preposte, essi verranno fatti solo in presenza del coltivatore e con possibilità di contro analisi grazie al rilascio di un campione.
Che caratteristiche deve avere la canapa light?
Per quanto riguarda la composizione della canapa light, la legge 242 del 2016 si concentra sulla percentuale di THC, se essa è inferiore allo 0,2% la cannabis light può essere tranquillamente coltivata e commercializzata senza bisogno di autorizzazioni.
Inoltre se in seguito ad un controllo verrà riscontrato nella canapa un livello di THC compreso tra lo 0,2% e lo 0,6% non verrà attribuita nessuna responsabilità al coltivatore.
Bisogna però fare attenzione a non superare il limite dello 0,6% di THC, qualora questo avvenisse infatti potrebbero essere disposti dall’autorità giudiziaria il sequestro o la distruzione delle piante.
Questa limitazione è stata imposta per rendere la sostanza il più sicura possibile, il THC infatti è il principio attivo psicotropo che da il famoso effetto di “sballo” a chi consuma cannabis illegale.
In quali settori può essere impiegata la canapa light?
Una circolare del 23/05/2018 del Ministero delle Politiche Agricole aiuta a comprendere le indicazioni date dalla legge 242 del 2016.
Tale circolare infatti indica specifiche regole per la coltivazione della canapa nell’ambito del florovivaismo che si vanno ad aggiungere a quelle già evidenziate dalla legge:
- l’unico modo consentito per coltivare le piante è l’utilizzo di semi certificati, non si possono quindi ottenere prodotti da piante nate con riproduzione agamica;
- se una piante è venduta come decorativa non servono autorizzazioni.
La legge 242 del 2016 indica inoltre altre possibili finalità della coltivazione della canapa light:
- Realizzazione di cosmetici e prodotti alimentari;
- realizzazione di oli e semilavorati utilizzati dalle imprese durante il processo produttivo;
- aumento della fertilità del terreno;
- utilizzo della canapa come biomassa (l’energia generata deve però essere utilizzata all’interno dell’azienda);
- utilizzo nel campo della bioingegneria;
- utilizzo nel campo della bioedilizia;
- utilizzo per operazioni di bonifica;
- coltivazione per fini didattici.
Per intraprendere una di queste attività è bene farsi seguire da un esperto dell’agricoltura o da un perito botanico, sarà così possibile avere periodici accertamenti sul progredire della coltivazione e sul rispetto della legge 242 del 2016.
Conclusioni
Analizzando la legge 242 del 2016 si può quindi capire come la produzione e commercializzazione della canapa light sia fortemente regolamentata. Inoltre, essendo il livello di THC massimo consentito solo lo 0,2% con una tolleranza fino allo 0,6%, si riduce drasticamente quello che era l’effetto più dannoso della cannabis illegale.
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